08.10.2024

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Il ritorno delle Tartarughe Ninja "L'ULTIMO RONIN" e la svolta oscura che non ti aspetti

La nostalgia degli anni '90 incontra una trama dark che cambierà per sempre la tua visione delle Tartarughe Ninja

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Spi Alessio Spinsanti

Se negli anni ’90 vi siete mai trovati a gridare “Cowabunga!” mentre saltavate sul divano con una fetta di pizza in mano, le Tartarughe Ninja hanno sicuramente avuto un posto speciale nel vostro cuore. Erano colorate, divertenti, e vivevano avventure che facevano sognare. Ma oggi, grazie al fumetto “L’Ultimo Ronin”, quei giorni spensierati tornano a vivere con una svolta decisamente più matura e oscura, portando i lettori in un mondo dove la nostalgia si mescola a una trama carica di tensione e dolore.

Un tuffo nel passato con una spruzzata di presente

“L’Ultimo Ronin” è come una vecchia videocassetta riscoperta nel cassetto dei ricordi, ma con una sorpresa: la storia non è quella colorata e allegra a cui eravamo abituati. In questo racconto, ci troviamo in un futuro distopico, una New York decadente sotto il controllo di un regime tirannico. La città che una volta conoscevamo è ormai irriconoscibile, divisa in zone di guerra e popolata da cittadini rassegnati. Le Tartarughe, un tempo unite come fratelli, ora non ci sono più. Ne rimane solo una, l’ultimo sopravvissuto, che si erge come un guerriero solitario deciso a vendicare la morte dei suoi fratelli. Sì, avete letto bene. E no, non ci sono spoiler su quale sia la tartaruga rimasta in piedi. Diciamo solo che è un’esperienza emotiva che vi colpirà al cuore, proprio come una shuriken ben lanciata. La trama si sviluppa come un mistero: chi è l’Ultimo Ronin? Per scoprirlo, il lettore è portato in un viaggio attraverso flashback strazianti che raccontano la caduta di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo. Ogni pagina si rivolge ai fan di vecchia data con un tono molto più cupo e intenso del solito. La tavolozza di colori vivaci è sostituita da toni scuri, che riflettono perfettamente l’atmosfera di disperazione che permea la storia.

Una trama carica di tensione e dolore

“L’Ultimo Ronin” si apre in una New York del futuro, ora sotto il controllo del Clan del Piede, guidato da Oroku Hiroto, il crudele nipote di Shredder. Questo regime totalitario ha spazzato via ogni resistenza, e la popolazione vive in un clima di paura e oppressione. La tecnologia avanzata, che un tempo era simbolo di progresso, è ora strumento di controllo e repressione. In questo mondo oscuro, l’unica tartaruga rimasta cerca disperatamente di mantenere viva la memoria dei suoi fratelli, mentre pianifica la sua vendetta contro coloro che li hanno uccisi. La storia è costruita con maestria, rivelando l’identità dell’Ultimo Ronin solo gradualmente. Il lettore è spinto a riflettere sulla perdita e sul significato del sacrificio, mentre la tartaruga rimasta, avvolta in un’aura di tristezza e determinazione, porta avanti la sua missione. Le scene di combattimento, una volta divertenti e spettacolari, ora sono cariche di brutalità e disperazione. Il Ronin non combatte solo contro i suoi nemici, ma anche contro i demoni interiori che lo tormentano per aver perso la sua famiglia.

Il peso della vendetta e la solitudine dell’ultimo ronin

L’Ultimo Ronin è un personaggio complesso, segnato dal dolore e dalla solitudine. Il suo viaggio non è solo una lotta contro i nemici esterni, ma anche un percorso interiore alla ricerca di pace. In un mondo che ha perso ogni speranza, lui continua a combattere, spinto dal ricordo dei suoi fratelli e dal peso della promessa fatta: vendicarli a ogni costo. Ma anche se riuscisse a portare a termine la sua missione, sa che non troverà mai la pace. Questo cambio di tono rispetto alle avventure tradizionali delle Tartarughe Ninja è evidente non solo nella trama, ma anche nell’estetica del fumetto. Le strade di New York non sono più illuminate dalle insegne al neon o dalle luci della città, ma avvolte in un’oscurità che sembra soffocare ogni speranza. Le battaglie che il Ronin affronta sono brutalmente realistiche, mostrando una violenza che non avevamo mai visto prima nelle avventure delle Tartarughe Ninja. Non ci sono più buoni o cattivi, solo sopravvissuti.

Nostalgia canaglia e pizza fredda

Se c’è una cosa che “L’Ultimo Ronin” sa fare bene, è toccare le corde della nostalgia. Ogni pagina sembra gridare “ti ricordi?”, e non si può fare a meno di sorridere malinconicamente mentre si leggono i riferimenti al vecchio cartone animato, ai fumetti originali e, ovviamente, al mitico videogioco arcade che consumava le nostre monetine in sala giochi. 

Ma questo fumetto non si ferma al passato: è una storia di perdita, crescita e, soprattutto, vendetta. Le Tartarughe non sono mai state così reali, così umane, e sì, così vulnerabili. Per chi le ha seguite dall’inizio, “L’Ultimo Ronin” è una vera lettera d’amore. Kevin Eastman e Peter Laird, i creatori originali delle TMNT, tornano a collaborare dopo anni, e si sente la passione in ogni vignetta. È come se volessero dirci: “Ehi, sappiamo che sei cresciuto, e così hanno fatto le Tartarughe”. Ma anche se il tono è più cupo, c’è ancora spazio per lo humor tipico della serie. Non mancano infatti le battute taglienti e quelle sulla pizza, oltre alla solita ironia. Solo che, questa volta, la pizza è forse un po’ più fredda, e il sapore un po’ più amaro. Ma è proprio questo mix di vecchio e nuovo, di nostalgia e innovazione, a rendere “L’Ultimo Ronin” un capolavoro.

Un must per ogni fan delle tartarughe

“L’Ultimo Ronin” non è solo un fumetto; è un evento. È un’opera che ci ricorda perché ci siamo innamorati delle Tartarughe Ninja tanti anni fa e che ci mostra quanto sono cresciute insieme a noi. Se siete stati fan negli anni ’90, questo è il fumetto che non sapevate di aspettare. E se siete nuovi al mondo delle Tartarughe, preparatevi a scoprire una storia che vi sorprenderà per la sua profondità e il suo impatto emotivo. Quindi, afferrate una fetta di pizza e tuffatevi in questa avventura epica. Cowabunga, amici. Cowabunga per sempre!

Scritto da S.P.


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